http://www.binario21.org/ilsignificato.htm
Per chi ancora confonde l'origine della parola giudeo e pensa che derivi da Giuda Iscariota...
Quante volte la parola ebreo viene ancora usata come un insulto, negli stadi
o sui muri delle vostre città? Quante volte si sente parlare di israeliti
anziché di israeliani o di sionismo come sinonimo di razzismo? Avete mai
riflettuto sul vero significato di queste parole?
Quante volte le parole
entrano nel vostro linguaggio senza che quasi ve ne accorgiate e che ne
conosciate la storia, l’etimologia e, soprattutto, le conseguenze provocate dal
loro uso improprio?
Da internet alla televisione, dai giornali ai testi
delle canzoni, dal cinema alla Playstation, il mondo entra sempre più spesso in
casa vostra e nel vostro cosmo personale senza filtri, senza lasciarvi il tempo
di elaborare o di avere dei dubbi.
Nel mare d’informazione “usa e getta” in
cui vi trovate a navigare, la parola perde troppo spesso di valore e, usata a
sproposito, può addirittura concorrere ad alimentare il pregiudizio e il
razzismo, come ci dimostra spesso la cronaca europea e internazionale.
Voi
potete fare molto per non cadere in queste facili trappole: basta non dare tutto
per scontato e usare la vostra curiosità per andare oltre i luoghi comuni.
Per cominciare, potreste per esempio consultare il piccolo vocabolario che
vi proponiamo qui di seguito.
Forse potrà aiutarvi a comprendere meglio un
passato tanto doloroso e a considerare con maggior attenzione un presente così
confuso.
Ecco le parole che vi proponiamo, nella certezza che vi stimolino a
continuare questo semplice esercizio su qualsiasi altro tema storico o di
attualità che vi troverete ad affrontare: ebreo, giudeo, israelita, israeliano,
Sionismo, genocidio, olocausto, Shoah, pogrom, razza, razzismo, Islam, arabo,
palestinese, musulmano, Israele e Palestina.
Ebreo = dal verbo avar, che in
ebraico significa “passare, oltrepassare, andare oltre”, da cui ivrì, cioè
“passato oltre” dalla Mesopotamia alla Terra Promessa, dal politeismo, al
monoteismo e attribuito per la prima volta ad Abramo, padre indiscusso delle tre
grandi religioni monoteiste (in ordine di apparizione sulla Terra: – circa 4000
anni fa, l’Ebraismo; – circa 2000 anni fa, il Cristianesimo; – circa 1400 anni
fa, l’Islam). Abramo è inoltre discendente di Eber, bisnipote di Sem, uno dei
tre figli di Noè. In entrambe le possibili etimologie, ebreo è dunque “colui che
discende da Abramo”.
Essere ebreo, perciò, significa appartenere a una fede
religiosa e seguirne la tradizione, indipendentemente dalla propria nazionalità
o cittadinanza. Non è quindi sinonimo di israeliano.
Giudeo = letteralmente “discendente
della tribù di Jehudà, una delle 12 tribù d’Israele”. Come sinonimo di “ebreo”,
si trova nel Nuovo Testamento e nel secondo Libro dei Maccabei, dove si fa
riferimento a coloro che tornarono a Gerusalemme dall’esilio babilonese ancora
così fedeli alle antiche tradizioni, da risultare molto più devoti a Dio dei
loro fratelli rimasti nella Terra Promessa.
In realtà ha assunto nel tempo
un significato deteriore, legato alla figura di Giuda Iscariota, il discepolo
“traditore” di Gesù, creando uno degli stereotipi negativi più usati
nell’iconografia del pregiudizio antiebraico di matrice cristiana.
Israelita = letteralmente
“discendente di Israel”, nome dato a Giacobbe dall’angelo del Signore contro il
quale aveva lottato. Quindi israelita è colui che discende da Israel, membro del
popolo che aveva tenuto testa a Dio.
Si tratta quindi di un sinonimo di ebreo
e di giudeo, che nulla ha a che vedere con l’essere cittadino del moderno Stato
di Israele.
Israeliano = cittadino del moderno Stato di Israele, quindi
non necessariamente ebreo, in quanto anche persone di altra fede religiosa sono
cittadini israeliani a tutti gli effetti.
Israele = regno antico, dal 1004 al
926 a.C. con capitale Gerusalemme, poi divisosi in regno d’Israele a nord e
regno di Giudea a sud. La sua estensione territoriale comprendeva nel periodo di
massimo splendore, cioè ai tempi di re Salomone (1000 a.C.): a nord, parte
dall’attuale Libano del sud, le alture del Golan e una parte dell’attuale Siria;
a est e a sud una parte dell’attuale Giordania, oltre Amman, fino ad Akaba, sul
Mar Rosso; a ovest tutto il territorio del Negev, fino alla costa e cioè
all’attuale striscia di Gaza. Seguirono fasi alterne, fino alla distruzione del
secondo Tempio di Gerusalemme (70 d.C.), che coincise con l’inizio della
diaspora ebraica e di secoli di dominazioni.
Dal 1948, moderno Stato, con
capitale Gerusalemme.
Sionismo = movimento politico fondato dal giornalista e
scrittore ungherese Theodor Herzl, che nel 1896 pubblica il volume Lo stato
degli ebrei, dove teorizza la necessità di uno Stato nazionale per gli ebrei. T.
Herzl è fra i principali organizzatori del primo Congresso sionista, che si
tiene a Basilea nel 1897, dove si tenta di proporre una soluzione concreta alle
manifestazioni dichiaratamente antisemite (pubblicazioni, correnti di pensiero,
caso Dreyfus, violenti pogrom in Russia, solo per citarne alcuni) che, malgrado
l’emancipazione degli ebrei d’Europa, la stanno nuovamente e pericolosamente
attraversando. Il movimento sionista non è assolutamente compatto al suo interno
ma attraversato da molteplici correnti, spesso in contrasto fra loro. Primo
passo per la costituzione di un focolare ebraico in terra di Palestina è
comunque quello di raccogliere fondi per l’acquisto di terra, la sua bonifica e
coltivazione, dando impulso all’emigrazione nata già spontaneamente nella
regione, dei cosiddetti “pionieri”, fin dal 1878. Nascono così le prime colonie
agricole, sia di matrice religiosa, sia socialista, al cui interno vige la più
assoluta eguaglianza economica e sociale e la totale disponibilità alla
convivenza pacifica con i propri vicini arabi. Insieme all’esigua popolazione
ebraica mai uscita dalla sua Terra, questi pionieri creeranno la base e le
sovrastrutture che renderanno possibile far nascere, dopo la risoluzione delle
Nazioni Unite del 1947, il nuovo Stato d’Israele.
Genocidio = dal greco génos –
stirpe – e dal latino caedere – uccidere – (cfr. omicidio). Riferito alla
metodica distruzione di un gruppo etnico o religioso, compiuto attraverso lo
sterminio fisico sistematico e l’annullamento dei valori e dei documenti
culturali. Questo termine inizia a essere impiegato proprio dopo i tragici
eventi che determinarono lo sterminio degli ebrei d’Europa durante la Seconda
guerra mondiale. Oggi viene adoperato con una tale leggerezza, che non solo ne
dissacra il significato, ma che contribuisce a offuscare il giudizio su molti
conflitti in atto e a falsarne pericolosamente la sostanziale portata.
Olocausto = dal
latino holocaustum, che è il greco holòkauston, da hòlos “tutto” e kaustòs
“bruciato”, dal verbo kaìein “bruciare”. Per estensione, Sacrificio, soprattutto
della propria vita, ispirato da una dedizione completa al proprio ideale. Questa
parola è stata impropriamente adottata per definire lo sterminio degli ebrei
europei durante la Seconda guerra mondiale. Come si capisce dall’etimo, infatti,
non definisce correttamente l’evento. Implicherebbe cioè una volontà delle
vittime nell’offrirsi in sacrificio per un ideale, cosa ovviamente impensabile.
Ecco perché si preferisce l’uso della parola ebraica Shoah.
Shoah = voce biblica che significa
“desolazione, catastrofe, disastro”. Questo vocabolo venne adottato per la prima
volta nella comunità ebraica di Palestina, nel 1938, in riferimento al pogrom
della cosiddetta “Notte dei Cristalli” (Germania, 9-10 novembre 1938). Da allora
definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d’Europa,
perpetrato durante la Seconda guerra mondiale.
Pogrom = dal russo pa’grom.
Sommossa animata da volontà distruttiva, con particolare riferimento alle
violente rivolte popolari russe di fine 1800 – primi del 1900, contro gli ebrei,
tollerate e favorite dalle autorità dello zar.
Razza = sostantivo che indica un
raggruppamento di individui appartenenti a una stessa specie animale o vegetale,
che si distingue per caratteristiche ereditarie comuni, derivate da cause
diverse (geografiche, climatiche, ambientali). Il concetto di “razza” è
applicato anche all’uomo, che viene empiricamente suddiviso in razze a seconda
del colore della pelle o di altri criteri morfologici, in seguito a studi che
hanno inizio nel XIX secolo.
La scienza moderna nega questa classificazione
del genere umano, dal momento che solo un codice genetico (DNA) può determinare
i caratteri ereditari degli esseri umani e l’appartenenza di ogni uomo a un
gruppo d’individui a lui simili.
Razzismo = atteggiamento ideologico di un gruppo
umano dovuto alle sue vere o presunte caratteristiche “razziali”, che gli
proibisce di mescolarsi agli altri gruppi, gli fa credere di avere una
superiorità biologica e una civiltà superiore e porta perciò i suoi appartenenti
a respingere, fino a odiare e perseguitare i membri degli altri gruppi. Molto
diffuso anche se non sempre consapevole, è talvolta alla base di altri
atteggiamenti ideologici, come il nazionalismo o la discriminazione
sociale.
Islam = dal
verbo arabo aslama che significa “sottomettersi”. La sottomissione massima è
quella alla volontà di Dio. Questa parola designa la dottrina religiosa
monoteistica praticata da Maometto nel VII secolo d.C. e diffusa nel mondo dagli
arabi. Per estensione, definisce la civiltà, il sistema politico, sociale e
culturale che sono intimamente connessi con quella religione.
Arabo = da una voce araba, tradotta
nel latino Arabus, nome che definiva gli abitanti di una vasta zona del Medio
Oriente chiamata Arabia, abitata da popolazioni nomadi, organizzate in tribù.
Nome che oggi erroneamente definisce tutti i popoli che hanno subito l’influenza
araba, assimilandone lingua, usi e religione. La lingua araba è la lingua della
“rivelazione” di Allah a Maometto, la lingua sacra del Corano.
Tuttavia va
sottolineato che non tutti gli arabi sono di religione islamica, sebbene sia fra
loro la religione più seguita.
Musulmano = dal participio muslim
del verbo arabo aslama, sottomettersi, designa colui che si sottomette, che
obbedisce. La sottomissione ad Allah, Dio unico e onnipotente è il principio
fondante dell’Islam, predicato da Maometto.
Come sempre, va precisato che
non tutti i musulmani sono necessariamente anche arabi. L’Islam è, in termini
numerici, la religione monoteistica più diffusa nel mondo.
Palestinese = letteralmente
“abitante della Palestina”, dall’antica striscia di terra popolata dai Filistei.
Attribuito alla popolazione locale della regione fin dai tempi dei Romani
(quindi anche gli ebrei, in passato, erano considerati “palestinesi”). In
Palestina, nel corso dei secoli, è sempre vissuta una minoranza ebraica, ma il
termine “palestinese” si riferisce oggi solo alla popolazione araba della
regione, che fino alla nascita dell’OLP nel 1965 e dell’Autorità Palestinese nel
1996 non si è mai identificata con uno Stato vero e proprio.
Palestina = nel 135 d.C. dopo
anni di lotte e rivolte da parte degli abitanti del regno di Giudea (occupata
con fasi alterne dai Romani per circa un centinaio d’anni), Gerusalemme viene
definitivamente riconquistata dall’imperatore Adriano, rinominata Aelia
Capitolina e viene interdetta agli Ebrei. La Giudea viene rinominata Palestina
(da una delle popolazioni di quell’area geografica, i Filistei). Da allora in
poi non si è più parlato di una nazione vera e propria in quella regione, bensì
di dominazioni arabe e ottomane e, dalla fine della Prima guerra mondiale, di
protettorato britannico, che si conclude con la risoluzione delle Nazioni Unite
del 1947, che auspicava la nascita di due Stati: uno ebraico e uno arabo,
Israele e Palestina. La risoluzione fu accettata e messa in atto solo dalla
parte ebraica, dando vita allo Stato d’Israele nel 1948, mentre tutte le
componenti arabe della regione la rifiutarono, impedendo la nascita dello Stato
palestinese.
This is a blog pro-Israel because I am pro Israel, but every news is admitted if not offensive. I will principally publish news which substain the cause of Israel where I wish to end my life... Eretz Israel!!!
Wednesday, February 29, 2012
Tuesday, February 28, 2012
Israelian Intelligence Service: Gli Attacchi Gemelli agli aeroporti di Vienna e Ro...
Israelian Intelligence Service: Gli Attacchi Gemelli agli aeroporti di Vienna e Ro...: Twin Attacks at the Airports of Vienna and Rome (Dec. 27, 1985) On December 27...
Gli Attacchi Gemelli agli aeroporti di Vienna e Roma Fiumicino
Twin Attacks at the Airports of Vienna and Rome (Dec. 27, 1985) |
| ||
| ||
Analisi degli attacchi nello scorso decennio
Fatalities and injuries in the last decade |
| |||
Distribution of fatalities of Palestinian terror since the beginning of the present conflict
Distribution of casualties (injuries) since the beginning of the present conflict Most fatalities occurred as a result of suicide attacks: 516 people (43.8 percent of the overall number of fatalities); small arms attacks: 313 people (26.5 percent); and explosive device attacks: 98 fatalities (8.3 percent). Other murderous patterns, some closely related to suicide attacks were: mass-murder attacks by shooting: 80 people (about 6.8 percent of the overall number of fatalities), explosive car-bomb: 38 people (3.2 percent). High trajectory shooting (rockets and mortar shells) from the Gaza Strip towards Israel started, later becoming predominant course of action, demanding the lives of 32 people, who make up 2.7 percent of all fatalities. Diagram - Distribution of highest number of fatalities As aforesaid the patterns demanding highest number of lives (suicide, small arms shooting and explosive devices) killed 927 people, who are 79 percent of the overall fatalities. 21 percent (251 people) were killed in additional patterns: Distribution of fatalities in the present conflict according to additional patterns Note: detailed information on the number of fatalities in the present conflict, compared to the previous decade (1990-Sept. 2000) in various profiles can be seen in the review "Fatalities as a result of Palestinian Terrorism" dal sito: http://www.shabak.gov.il/English/EnTerrorData/decade/Fatalities/Pages/default.aspx |
Visione di al-Qaeda...
La visione del mondo di al-Qaeda ed i suoi affiliati jihad globale era e rimane anti-ebraica e anti-israeliana al suo nucleo, e in questo non è diverso da altri
gruppi estremisti islamici che li hanno preceduti. Nella loro mente, gli
ebrei sono parte di una cospirazione a livello mondiale, dove han collaborato
con "Crociati" (una parola in codice per i cristiani) in un "complotto giudaico-cristiano"; più negli anni, sono stati raggiunti da musulmani "eretici", diretto dagli
sciiti, nonché "traditori" da parte della comunità sunnita. Questo campo intero è
un nemico dell'Islam che deve essere combattuta fino all'ultima goccia di sangue
gruppi estremisti islamici che li hanno preceduti. Nella loro mente, gli
ebrei sono parte di una cospirazione a livello mondiale, dove han collaborato
con "Crociati" (una parola in codice per i cristiani) in un "complotto giudaico-cristiano"; più negli anni, sono stati raggiunti da musulmani "eretici", diretto dagli
sciiti, nonché "traditori" da parte della comunità sunnita. Questo campo intero è
un nemico dell'Islam che deve essere combattuta fino all'ultima goccia di sangue
Subscribe to:
Posts (Atom)